mercoledì 1 aprile 2020

Chiusura Immediata delle Pagine di Matteo Salvini

#Oltre la #Collezione di #Felpe e #Rosari, i #Video dove #Mangia, #Rutta e #Scoreggia,  quali sono le #Proposte #Politiche di #Selfini ?

Basta con l'Odio Diffuso 
e Retwittato dal Leghaiolo
ed i Suoi Militanti
Chiediamo la Chiusura delle Sue Pagine

Le pagine social, specialmente quella Facebook, dell’ex Ministro degli Interni, cioè di chi avrebbe dovuto tutelare l’ordine pubblico e la civile convivenza, sono divenute luogo di comportamenti illeciti e violenti che minano l’integrità della democrazia italiana.

Su queste pagine, gestite dallo staff, lautamente stipendiato fino a poco tempo fa con denaro pubblico, di Matteo Salvini è stata ripristinata l’odiosa e medievale pratica della gogna pubblica. Oppositori politici e singoli cittadini, persino minorenni, con tanto di foto, sono offerti al pubblico delirio e linciaggio dei fan del leader della Lega.

Su queste pagine si opera una quotidiana azione di propagazione di notizie infondate, di allarme sociale ingiustificato, di odio che sconfina nel razzismo e nella xenofobia.

Ogni donna che dissente diventa prostituta.
Ogni oppositore diventa ladro o traditore del nostro paese.
Intere comunità sono bollate e marchiate di irriducibile criminalità e pericolosità sociale.

Su queste pagine diluviano, infatti, i commenti razzisti, l’incitazione alla violenza e persino all’assassinio, l’aggressione sessista alle donne e ai loro diritti, lo svilimento di istituzioni e normative, le accuse infondate, la denigrazione degli avversari o di chi dissente, l’offesa sistematica ai valori della nostra civiltà senza che mai si operi una dovuta moderazione o presa di distanza da certe mostruose dichiarazioni.
Moderazione, prese di distanza, possibili visto che lo staff di Matteo Salvini oscura platealmente alcuni interventi ma solo quelli di dissenso o
 che denunciano le malefatte del partito del leader della Lega.

PER QUESTE RAGIONI CHIEDIAMO DI FERMARE QUESTA BARBARIE

Immediata chiusura delle pagine social di Matteo Salvini

FIRMA QUI  :

 https://www.change.org/p/illustrissimo-signor-presidente-della-repubblica-chiusura-immediata-delle-pagine-social-di-matteo-salvini

Oltre la #Collezione di #Felpe e #Rosari, 
#Oltre i #Video dove #Mangia e compra #Mutande, 
quali sono le #Proposte #Politiche di #Selfini?


.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Lega e 49 milioni di Maxi-Truffa in Rimborsi

Lega e 49 milioni di Mmaxi-Truffa in Rimborsi Elettorali

Lega e 49 milioni di Mmaxi-Truffa in Rimborsi Elettorali

Lega e 49 milioni di Mmaxi-Truffa in Rimborsi Elettorali


Matteo Salvini e la Lega sconfitti dall'Espresso. Il giudice: «Sui 49 milioni tutte notizie vere»
Il leader del Carroccio sbugiardato dal tribunale: respinte tutte le querele per diffamazione. La sentenza assolve i cronisti ed elogia il «giornalismo d’inchiesta»:
sulla maxi-truffa dei rimborsi elettorali, pubblicati Fatti Documentati.


DI PAOLO BIONDANI

Matteo Salvini è stato sconfitto dall'Espresso e sbugiardato dai giudici sullo scandalo dei 49 milioni
confiscati alla Lega ma in gran parte spariti. Tutti i magistrati competenti hanno infatti dichiarato
completamente infondate le querele per diffamazione proposte (e pubblicizzate) dal leader leghista,
quando era ancora ministro dell'Interno, dal suo vice, Giancarlo Giorgetti, già sottosegretario alla
presidenza del consiglio, e dal tesoriere del partito, l'onorevole Giulio Centemero. La sentenza dei
giudici spiega che il lavoro dei giornalisti dell'Espresso rappresenta «indiscutibilmente» un esempio di «giornalismo d'inchiesta», che secondo la Cassazione va considerato «l'espressione più alta e nobile dell'attività d'informazione».

Lega e 49 milioni di Mmaxi-Truffa in Rimborsi Elettorali


Le motivazioni del verdetto, depositate oggi, precisano che «con il giornalismo d'inchiesta l'acquisizione delle notizie avviene autonomamente, direttamente e attivamente da parte dei professionisti e non mediata da fonti esterne mediante la ricezione passiva di informazioni». I giornalisti dell'Espresso vanno quindi assolti con formula piena perché hanno pubblicato solo informazioni «verificate» e «documentate», di «indubbio interesse pubblico» ed esposte «con correttezza», con tutti i crismi del diritto-dovere di cronaca.

Per i vertici della Lega, la sconfitta giudiziaria è totale. Salvini, Giorgetti e Centemero avevano
presentato una serie collegata di querele contro cinque articoli sullo scandalo dei 49 milioni, pubblicati dall'Espresso tra giugno e luglio 2018,
firmati da Giovanni Tizian, Stefano Vergine, Paolo Biondani,

Gloria Riva e Leo Sisti, chiamando in causa anche il direttore Marco Damilano. Il procedimento penale, per competenza territoriale, è stato esaminato dai giudici del tribunale di Velletri.

Nel giugno scorso i magistrati della Procura, chiamati a rappresentare l'accusa, hanno invece chiesto
l'archiviazione, giudicando infondate tutte le ipotesi di pretesa diffamazione, dopo aver esaminato i
documenti presentati dai giornalisti, illustrati nelle memorie difensive degli avvocati dell'Espresso, Paolo Mazzà e Clara Gabrielli. Il leader della Lega e i suoi fedelissimi, a quel punto, hanno rilanciato le loro accuse con una formale opposizione all'archiviazione, chiedendo ai giudici del tribunale (ufficio gip), questa volta, di rovesciare il verdetto e incriminare i giornalisti. L'udienza decisiva si è tenuta il 7 gennaio scorso. E si è conclusa con una sentenza, depositata questa stamattina, di assoluzione piena dei giornalisti.

Nelle motivazioni, i magistrati riconoscono che tutti gli articoli dell'Espresso «sono il risultato dell'attività d'inchiesta portata avanti dai giornalisti, i quali, come attestato dalla copiosa documentazione depositata in allegato alla memoria difensiva, hanno ricercato le notizie, ripercorso gli eventi e tentato di ricostruire, nei limiti del possibile, la gestione delle finanze del partito politico Lega Nord. Argomento, quest'ultimo, che riveste un indubbio rilievo, stante l'interesse pubblico alla ricerca della verità conseguente agli scandali finanziari che hanno travolto il partito in questione».


La ricerca della verità sui soldi della Lega e il significato del giornalismo
Il tribunale ha archiviato la querela presentata contro L'Espresso per le inchieste sui finanziamenti del Carroccio. Perché il nostro lavoro è di interesse pubblico. E perché ci sono decine di milioni che devono ancora tornare nelle casse dello Stato
«In particolare», spiega sempre la sentenza, «a seguito della sentenza del tribunale di Genova emessa
il 24 luglio 2017, veniva disposto il sequestro di circa 49 milioni di euro nei confronti della Lega Nord; sequestro che, però, non veniva eseguito nella sua interezza perché, al momento dell'esecuzione della misura cautelare, i fondi del partito risultavano parzialmente inconsistenti».

I magistrati della procura e del tribunale di Velletri si riferiscono alla confisca, alla fine confermata anche dalla Cassazione, dei 49 milioni di euro incassati dalla Lega con la maxi-truffa dei rimborsi elettorali, che era costata una condanna in tribunale, poi cancellata dalla prescrizione, all'ex leader Umberto Bossi, fondatore del partito e tuttora senatore leghista. Quando è scattato il sequestro giudiziario, con la sentenza di primo grado, nella casse della Lega erano rimasti solo circa tre milioni. La Procura di Genova ha quindi aperto un'inchiesta, tuttora in corso, con l'accusa di riciclaggio dei restanti 46 milioni sottratti allo Stato. Prescrizione significa che il reato c'è, l'imputato lo ha commesso, ma non può essere punito solo per scadenza dei termini, che in Italia sono ridottissimi. Anche la Lega di Salvini tuttora si oppone alla riforma destinata a evitare la prescrizione almeno dopo le condanne di primo grado.

La sentenza di assoluzione dell'Espresso è importante per tutta la stampa italiana, perché riconferma i principi sanciti dalla Cassazione sul giornalismo d'inchiesta: i cronisti che fanno questo tipo di lavoro
non possono essere obbligati a pubblicare solo notizie «certe e incontrovertibili», cioè ad aspettare che siano convalidate da definitive sentenze giudiziarie dopo tre gradi di giudizio, ma possono anche evidenziare interrogativi, fatti sospetti, dubbi, purché fondati e comprovati da documenti e testimonianze attendibili. Gli articoli al centro del caso giudiziario sono stati pubblicati dall'Espresso tra il 3 giugno e il 15 luglio 2018: da allora nessuno ha mai potuto smentire la verità storica di tutti i fatti scoperti con le nostre inchieste giornalistiche.

LEGGI ANCHE
Non si terrà il Referendum sulla Legge Elettorale sostenuto dalla Lega
 perché Eccessivamente Manipolativo...
https://cipiri20.blogspot.com/2020/01/consulta-boccia-il-referendum-della-lega.html
.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Salvini e Lega, Scoperti dalla Finanza Conti Segreti in Svizzera

Salvini e Lega, Scoperti dalla Finanza Conti Segreti in Svizzera

Salvini, Scoperti dalla Finanza i suoi Conti Segreti in Svizzera


Salvini, Scoperti dalla Finanza i suoi Conti Segreti in Svizzera


ANSA - La Guardia di Finanza di Milano, nell'ambito di una vasta operazione anti evasione fiscale, ha scoperto diversi conti correnti cifrati che sarebbero intestati alla Lega , di cui  Matteo Salvini, è l'attuale leader. I conti correnti cifrati e segreti,
sarebbero domiciliati in una banca privata in Svizzera,
e più precisamente a Zurigo.
Le Fiamme Gialle hanno reso noto che le indagini fanno presagire che all'interno dei conti siano
nascosti parte dei 49 Milioni di euro che la Lega e Salvini in primis,
hanno fatto sparire negli anni precedenti.

Le indagini proseguono a Ritmo Serrato.
Abbiamo Scoperto finalmente perchè
non ha mai indossato la divisa
della Guardia di Finanza.





LEGA, MARONI: MAI AVUTO RUOLO IN ASSOCIAZIONE CHE PORTA MIO NOME
 (LaPresse) - "In merito alle indagini che riguardano un'associazione che porta il mio nome (creata per le elezioni regionali del 2013) preciso di non aver mai avuto in essa alcun ruolo gestionale né operativo. Sono tuttavia certo della correttezza della gestione da parte del presidente e dei consiglieri". Così su Facebook l'ex governatore della Lombardia ed ex segretario leghista, Roberto Maroni, sull'indagine a Genova sul presunto riciclaggio
 di una parte dei 49 milioni dei fondi del partito di via Bellerio.



FONDI LEGA: IN CORSO PERQUISIZIONI GDF
 (ANSA) - La Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni nell'ambito dell'indagine della procura di Genova sui 49 milioni confiscati in via definitiva alla Lega. Le verifiche, secondo quando si apprende, riguarderebbero in particolare l'Associazione Maroni presidente.



L'inchiesta genovese nasce da quella sui rimborsi elettorali che la Lega avrebbe ottenuto ai danni del Parlamento tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci. Il processo si è concluso lo scorso 6 agosto con una sentenza della Cassazione che ha dichiarato prescritti i reati per Umberto Bossi e per il tesoriere Belsito ma ha confermato la confisca dei 49 milioni. L'ipotesi su cui stanno ora lavorando i magistrati genovesi riguarda il presunto riciclaggio di parte di quei fondi, che da settembre il partito sta restituendo allo Stato a rate: secondo i pm parte dei 49 milioni sarebbero stati fatti sparire in Lussemburgo attraverso la banca Sparkasse di Bolzano e poi fatti rientrare, in parte, subito dopo i primi sequestri disposti della procura.



 La banca ha invece sempre sostenuto che quei fondi (circa 10 milioni) fossero soldi dello stesso istituto, slegati dal partito. A giugno scorso, inoltre, investigatori e inquirenti genovesi hanno ascoltato, come persona informata sui fatti, l'ex consigliere della lista Maroni Presidente, Marco Tizzoni, che a Milano aveva presentato un esposto in cui aveva adombrato il sospetto che l'Associazione Maroni Presidente "fosse stata tenuta nascosta ai consiglieri dovendo servire quale soggetto occulto di intermediazione finanziaria in favore della Lega o di terzi".



Il presidente dell' Associazione Maroni presidente - stando a quanto si legge nello statuto pubblicato sul sito - è Stefano Bruno Galli, che è anche assessore all'Autonomia e alla cultura della Regione Lombardia, mentre il consiglio direttivo è composto da Andrea Cassani, Ennio Castiglioni e dall'ex sottosegretario Stefano Candiani. Il tesoriere è Federica Moro.


FONDI LEGA: INDAGATO ASSESSORE LOMBARDIA GALLI
 (ANSA) - L'assessore all'Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli è indagato dalla procura di Genova nell'ambito dell'inchiesta sul presunto riciclaggio di parte dei 49 milioni dei fondi della Lega. L'accusa ipotizzata nei confronti di Galli - nella sua qualità di presidente dell'Associazione Maroni Presidente - è riciclaggio. Secondo quanto si apprende, le perquisizioni dei finanzieri hanno interessato uffici e domicili a Milano, Monza e Lecco.



A Galli, oltre al provvedimento di perquisizione e sequestro, è stato notificato un avviso di garanzia "per aver compiuto - si legge in una nota della procura di Genova - operazioni su una parte delle somme di denaro provento dei reati ex art. 640 bis (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) commessi da Umberto Bossi e Francesco Belsito attraverso l'associazione 'Maroni presidente'". Le perquisizioni svolte dagli uomini del Nucleo di polizia Economico-finanziaria di Genova hanno riguardato anche la 'Boniardi Grafiche' di Milano e la 'Nembo srl' di Monza (allo stato cessata), due società che hanno prestato i loro servizi
per le campagne elettorali della Lega.



FONDI LEGA: GDF, 450MILA EURO DA BANCA ALETTI A ASSOCIAZIONE


 (ANSA) - Circa 450mila euro sarebbero transitati da Banca Aletti all' 'Associazione Maroni presidente' e da questa girati su alcuni conti riconducibili alla Lega. E' quanto avrebbero accertato gli uomini della Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta sul riciclaggio di parte dei 49 milioni di fondi della Lega. I 450mila euro, infatti, tramite Galli sarebbero formalmente stati utilizzati per acquistare del materiale a sostegno della campagna elettorale della Lega ma, in realtà, non sarebbero stati mai stati spesi e sarebbero rientrati in altri conti correnti, riconducibili al partito. Delle due società destinatarie delle perquisizioni, secondo quanto si apprende, la prima - la 'Boniardi Grafiche' - sarebbe riconducibile al deputato leghista Fabio Massimo Boniardi mentre la seconda - la
 'Nembo srl' - ha cessato le attività a luglio scorso.

Da :  dagospia com/


leggi anche


#Parlateci di #Pippiamo. #Fermata con 8 chili di #Cocaina la #Segretaria della #Lega...
https://cipiri20.blogspot.com/2019/11/fermata-con-8-chili-di-cocaina-la.html
.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Quando Non Ruba la Lega

Quando Non Ruba la Lega Sperpera


il traditore salvini dopo 26 anni di NULLAFACENZA,
 dove si limitava a PARASSITARE pagato con i soldi pubblici
- I NOSTRI SOLDI -, si è affacciato a gestire la cosa pubblica.

I DANNI ECONOMICI sono evidenti.

Ha taciuto sui 49 MILIONI DI EURO fottuti dal truffatore umberto bossi, gli ha persino regalato uno stipendio da 20 mila euro al mese, nominandolo senatore. lui, ad un LADRO TRUFFATORE !!!

Arrivato al Governo, si FOTTE DUE RICCHI STIPENDI,
uno da ministro e uno da senatore, per lavorare? NO !!!

Per dedicare i 14 mesi a farsi oltre 330 comizi usando ABUSIVAMENTE anche aerei delle FF.OO e dei Vigili del Fuoco ( cosa per la quale ora è indagato).

Uno sperpero enorme di denaro pubblico.

Decine e decine di poliziotti di scorta, altri migliaia destinati alla sicurezza nei suoi comizi quotidiniani, spese di trasporto suoi, delle scorte e di quelli destinati alle manifestazioni pubbliche, senza dimenticare le spese di vitto e alloggio...

E a lavorare? MAI forse solo pochi giorni....

Senza nemmeno presentarsi a riferire sulla MAFIA, lui MINISTRO DEGLI INTERNI, alla COMMISSIONE ANTIMAFIA...

Quando Non Ruba la Lega Sperpera
.

Saltando il resto passiamo al TAGLIO DEI 345 PARLAMENTARI.

Dopo 4 volte aver votato favorevolmente al taglio, approvandone la legge ( immaginate quando costano mesi e mesi di lavoro ai nostri parlamentari) CAPITAN #Selfini ha deciso che
VUOLE TAGLIARE IL TAGLIO !!!

Così si è svegliato e così ha deciso.

Tanto PAGHIAMO NOI.

Altri 350 MILONI DI EURO che gettiamo nel cesso !!!

Quando ci libereremo di costui?

LEGGI ANCHE

Dovete Finirla con la Propaganda , Vi Dovete Vergognare .
 Siete Veleno per il Paese Italia.
https://cipiri17.blogspot.com/2020/01/bugie-di-salvini-e-meloni-porteranno.html
.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Bugie di Salvini e Meloni

Bugie di Salvini e Meloni : Porteranno l’Italia alla Rovina


Dovete Finirla con la Propaganda , 
Vi Dovete Vergognare .
 Siete Veleno per il Paese Italia.

La guerra al Mes ripete un copione già visto che ci isolerà in Europa e causerà divisioni interne. Davanti a questa minaccia, la sinistra dovrebbe avere l'umiltà di unirsi
per costruire un muro di resistenza civile.

Matteo Salvini dichiara di saper nulla del Salva Stati .

Le notizie su quell’accordo inter-Stati, come è stato ben detto durante la trasmissione Tagadà, erano invece sui maggiori giornali quando Salvini era ministro degli Interni con Giuseppe Conte.

Forse in quei giorni aveva già bevuto troppi Moijto per sfogliare
 il Corriere della Sera, che va letto da sobri.

IL POTENZIALE ELETTORATO CREDE ALLE SCIOCCHEZZE DELLA DESTRA
Il guaio è che una gran parte dell’elettorato potenziale crede alle  sciocchezze di Salvini e di Giorgia Meloni dimenticando come i due abbiano nel proprio passato, o comunque in quello dei loro partiti, uno degli episodi più vergognosi e menzogneri della Storia d’Italia. Furono loro che stabilirono (cioè costrinsero il parlamento a votare) che la ragazza di Silvio Berlusconi era la nipote di Mubarak. Anche la battagliera Meloni, fustigatrice di presunte bugie di altri e dimentica delle proprie.

UN COPIONE GIÀ VISTO
Quello che viene fuori in questi giorni dalla destra è una sorta di ripetizione del copione che l’ha portata sulla cresta dell’onda. Si intimoriscono i risparmiatori, si favoleggia contro l’Europa (poi, come fa Salvini, si tratta sottobanco per entrare nel Partito popolare europeo) e quando si sarà fatta strada negli italiani di esser alla rovina si ritornerà sui migranti. La paura della miseria, l’odio verso la casta europea precedono sempre la xenofobia.

È il copione della destra degli Anni 20 e 30. Ma non faccio paragoni con Mussolini e Hitler. Salvini e Meloni sono su un livello molto più modesto e saranno d’ora in poi impegnati in una battaglia fratricida per la leadership.

PER IL PAESE SI AVVICINA UN’ALBA TERRIBILE
Perché è importante sottolineare che Salvini e Meloni sono due politici che dicono cose non vere, che agitano temi in cui non credono, e che addirittura attaccano posizioni da loro difese precedentemente? Per una ragione assai semplice. Perché, con buona pace di Alessandro Campi, politologo raffinatissimo e critico intelligente della sinistra, con questi due imbroglioni l’alba che si avvicina sarà terribile e porterà al governo, ancora una volta, la peggiore classe dirigente del Paese. Forse è bene che noi italiani si beva l’amaro calice fino in fondo. Forse è necessario immaginare scelte politiche, come quella delle Sardine, che sappiano smontare la catena di odio che viene fuori dagli interventi di Meloni e Salvini. Questa Italia che potrebbe uscire dalle prossime elezioni non sarà più un Paese europeo. Forse non sarà più un Paese. Non sarà un Paese europeo perché chi mai potrà fidarsi di questa classe dirigente di incendiari senza progetto? Non sarà un Paese perché la tentazione del potere assoluto tornerà a farsi viva e troverà una riposta adeguata che dividerà gli italiani.

È NECESSARIO COSTRUIRE UN MURO DI RESISTENZA CIVILE
Non capirò mai perché di fronte a questi due incompetenti che rischiano di prendersi l’Italia non si trovi l’umiltà di unirsi a sinistra. Dai giovani, dai movimenti delle donne questa richiesta viene. È un delitto non capirlo: chi vorrà sottrarsi a questo compito di creare un muro di resistenza civile contro la coppia dei facinorosi porterà grandi responsabilità. Loro non ci porteranno al fascismo. Non non ne sono capaci e noi li fermeremo prima. Ma percorreranno fino in fondo la strada dell’isolamento dell’Italia dall’Europa e della divisione degli italiani.
Insisto: i pensosi intellettuali 
di destra sono soddisfatti? 
Avete un problema.


.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Salvini diceva Fregnacce


Giulia Bongiorno ha ammesso che Salvini diceva fregnacce

Ieri la senatrice della Lega Giulia Bongiorno, avvocato di fama, è intervenuta in aula al Senato sul caso Gregoretti, nei panni di difensore di Matteo Salvini. Il suo intervento, apprezzatissimo dai colleghi della Lega, è però importante soprattutto per un punto: quello in cui definisce quanto accaduto in occasione delle vicende che vedono oggi il Capitano in attesa di processo per il blocco della nave un “rallentamento” allo sbarco. E questo perché se si trattava di un rallentamento allo sbarco, allora tutto quello che Salvini ha ripetuto
 in questi mesi sui porti chiusi era in realtà una fregnaccia.

“Prenda un altro avvocato, più autorevole di me. Un avvocato che ha detto: “Noi della presidenza del
consiglio abbiamo lavorato perché bisogna ricollocare e poi consentire lo sbarco”. Ecco, in relazione
alla Gregoretti, queste sono le parole del presidente del consiglio, avvocato Conte”, dice Bongiorno tra gli applausi del Senato. Bongiorno conclude: “Aderiamo alla tesi del professore Conte sulla stretta connessione tra sbarchi e redistribuzione. Nessuno ha commesso un reato. Io credo che sia impossibile configurare un rallentamento allo sbarco come un sequestro di persona. Create questa nuova fattispecie incriminatrice, il rallentamento allo sbarco. E processate Salvini.

Ora, tutti hanno presente che Salvini ha ripetuto per mesi “porti chiusi, porti chiusi” per navi come la
Gregoretti. Ieri nell’aula del Senato, ovvero nel luogo più sommo, la sua avvocata ha certificato che il Capitano ha detto soltanto balle. Non voleva chiudere i porti, soltanto rallentare uno sbarco che
sarebbe comunque stato effettuato. Non è meraviglioso?


LEGGI ANCHE

La sceneggiata è stata disgustosa dall’inizio ( il blocco della nave Gregoretti della Marina Italiana ) fino alla fine i leghisti che escono dall’aula a momento del voto, dopo che salvini aveva giurato che li avrebbe fatti votare a favore dell’autorizzazione a procedere...
https://cipiri17.blogspot.com/2020/02/pagliacciata-del-salvini-processo.html


.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Salvini in Caduta Libera

Salvini in Caduta Libera sui Social


Salvini in Caduta Libera sui Social


 I numeri che certificano il “crollo” della Bestia
Dopo l'avvento sulla scena politica delle Sardine, il leader della Lega ha perso le piazze .
Ma a seguito della sconfitta in Emilia Romagna, Salvini ha fatto un balzo indietro fino a
toccare un livello di coinvolgimento degli utenti mai così basso da anni.

Salvini in Caduta Libera sui Social


Salvini in caduta libera sui social: i numeri che certificano il “crollo” della Bestia
C’è uno spettro che si aggira per i social. È il fantasma di Matteo Salvini. E non è un modo di dire: nelle ultime due settimane il leader della Lega è letteralmente sparito dalla home di milioni di italiani. Una percezione diffusa ampiamente confermata dai numeri: impietosi. Vero è che il mondo dei social network è tradizionalmente liquido e si muove alla velocità con cui Morgan cambia umore o il testo di una canzone. Ma, se tre indizi fanno una prova, abbiamo sufficienti elementi per poter parlare di crisi aperta nella macchina della comunicazione apparentemente
 infallibile della Lega, al secolo “La Bestia“.

Salvini in Caduta Libera sui Social


Per capire da vicino cos’è accaduto, è necessario fare un balzo all’indietro al 13 novembre 2019. È il
giorno prima del lancio ufficiale della campagna elettorale di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna. La Lega sta organizzando la grande serata del Paladozza che, nelle intenzioni di Morisi & C., avrebbe dovuto essere la location perfetta dello sbarco dell’alieno Salvini nella terra rossa per eccellenza. Una sorta di prova generale di una cavalcata trionfale che avrebbe dovuto cambiare la storia di questa
regione e, a stretto giro, dell’Italia. In quel momento esatto, la pagina Facebook personale di Matteo Salvini viaggia saldamente attorno ai 10 milioni di interazioni a settimana, con una media di 120 post prodotti ogni sette giorni e 3,8 milioni di followers netti sulla pagina (vale a dire di seguaci che hanno scelto di mettere il like). Numeri che ne fanno la pagina personale numero uno in Italia sotto tutti i parametri, staccando di più del doppio i diretti inseguitori.

Salvini in Caduta Libera sui Social


Il giorno successivo, senza alcun reale preavviso, si abbatte come un asteroide sulla scena italiana un
nuovo movimento civile e di piazza che, in una notte di novembre apparentemente come altre, riempie piazza Maggiore, a Bologna, e cambia la storia non solo delle elezioni regionali ma della storia politica recente di questo Paese. Si fanno chiamare Sardine e, in meno di 24 ore, diventano il nemico numero di Salvini. Si può dire senza tema di smentita che c’è un prima e c’è un dopo le Sardine, il cui avvento provoca sostanzialmente due effetti
 conseguenti e per certi versi in contraddizione.

Il primo: Salvini perde le piazze. O, per essere più precisi, non le perde: scompare proprio. Dall’ultima adunata di popolo di piazza San Giovanni a Roma, il 19 ottobre scorso, e con ancora più evidenza dalla nascita delle Sardine, il numero uno della Lega evita le piazze come se dei cecchini sparassero a vista dai tetti e si rifugia puntualmente in palasport, palestre, tendoni, bar, ristoranti, viuzze laterali, sedi di partito, ovunque ci sia un luogo “bonificato” dal rischio flop e nessun rischio di confronto con le sardine, che da Bologna in poi nuotano in mare aperto inondando l’Emilia-Romagna e l’Italia con ondate oceaniche che a sinistra non si vedevano da tre lustri abbondanti.

Il secondo, che altro non è che un effetto del primo: la crescita esponenziale della “Bestia” sui social, su ogni piattaforma, sull’intera galassia di pagine più o meno direttamente legate a Lega Salvini Premier, e in particolare sulla propria pagina Facebook, con un boom che ha pochi precedenti nella storia del social network inventato da Mark Zuckerberg. Nel giro di appena due mesi, le interazioni settimanali passano dai 10 milioni di novembre ai quasi 14 milioni di fine gennaio, in coincidenza con l’apice della campagna elettorale in Emilia-Romagna e Calabria, mentre il numero complessivo di follower cresce dai 3,8 milioni agli attuali 4,1, con un aumento netto addirittura del +7,5 per cento: una performance sbalorditiva per una pagina che era già la più seguita dell’intero social network e i cui margini di crescita erano, almeno in apparenza, pressoché nulli.

Anche il numero complessivo di post e video è cresciuto a dismisura, superando abbondantemente
quota 200 settimanali, ma senza giustificare da soli un progresso così repentino. Quanto abbiano inciso su questo boom il “doping” digitale di profili fake e bot acquistati in batteria è difficile tanto da affermare quanto da dimostrare. Limitandoci ad osservare i numeri nudi e crudi, non è difficile ravvisare come il successo delle “sardinate” abbia provocato e, in un certo senso, alimentato una risposta social prepotente della “Bestia”, che ha trovato nel movimento di Mattia Santori al tempo stesso un avversario e uno sparring partner abbastanza forte
 e credibile da poter essere utilizzato di sponda e in contrasto.

D’altra parte, la comunicazione leghista è stata per anni un modello inarrivabile nell’uso dell’influenza dell’avversario come arma per la propria propaganda. Basti pensare a quando i personaggi di riferimento della sinistra – da Saviano a Renzi, alla Boldrini – venivano mostrati in serie, a ridosso delle grandi manifestazioni sovraniste, con tanto di foto
e quattro parole diventate un mantra: “Lui (o lei) non ci sarà”.



Fermi tutti, so cosa state pensando. “Ma questo non era un articolo sul crollo social della Lega?” E
ancora: “Ma quale crollo? Dopo un boom del genere, quello di oggi è un normale calo fisiologico.” Le risposte a questi dubbi, più che legittimi, sono rispettivamente: Sì e No. Più esattamente: Sì, ora
arriviamo al crollo. E No: non si tratta di un semplice calo fisiologico.

Sono trascorse più di due settimane dalle elezioni regionali che hanno visto Bonaccini sconfiggere
nettamente Lucia Borgonzoni, fermando un filotto di dieci vittorie (considerando anche la Calabria) che avrebbe consegnato, di fatto, a Salvini non solo le chiavi della regione rossa per eccellenza ma dell’Italia intera. L’impatto emotivo, prima ancora che numerico e politico, di quella notte – ora lo
sappiamo, numeri alla mano – è stato devastante. Per la prima volta quel treno in corsa lanciato verso
la conquista del Paese si è fermato bruscamente in stazione, con il doppio effetto di rafforzare gli
avversari interni (su tutti Giorgia Meloni e i malpancisti dentro il partito sin qui rimasti silenti) e di mettere a nudo, per la seconda volta dopo il colpo di sole del Papeete, tutte le fragilità della Bestia sul terreno a lei caro: la comunicazione social.

A certificarlo in modo impietoso ci sono gli insight della F più famosa del mondo: nell’ultima settimana le interazioni complessive di Matteo Salvini si sono fermate a 6,6 milioni, mentre sia il numero di follower, sia il numero di post è rimasto invariato. Un risultato che, se gli permette di mantenere il primato, resta un dato straordinariamente deludente per una pagina da oltre 4 milioni di follower. Per spiegarlo ancora meglio: dopo la sconfitta in Emilia-Romagna, Salvini non è “fisiologicamente” tornato ai 10 milioni di engagement pre-elettorale, ma ha fatto un balzo indietro addirittura di quasi 8 milioni di interazioni (per un clamoroso -60 per cento), fino a toccare un livello di coinvolgimento degli utenti mai così basso da anni.

#Tornatene in  #Spiaggia sei #Inutile

Altro che calo fisiologico: siamo di fronte a una Waterloo social, che in casa Lega stanno vivendo in
queste ore con un clima di crescente apprensione.

Già domani, mercoledì 12 febbraio, con il voto sulla Gregoretti e l’atteso intervento del leader della
Lega in Senato, la pagina è destinata a subire un inevitabile impatto positivo in termini di reazioni. Ma questi numeri rappresentano un campanello d’allarme che nessuno si può permettere di sottovalutare, e dimostra per la prima volta in maniera plastica una tesi con cui chiunque si occupi di comunicazione politica social prima o poi deve fare i conti: che la propaganda virtuale funziona nella misura in cui funge da grancassa di un clima di consenso esistente o quantomeno percepibile nella società reale, di cui post e tweet sono uno straordinario propellente virtuale. Ma, nel momento in cui la macchina va a sbattere, viene sconfitta alle urne (non accadeva dal 2016) e si dimostra vulnerabile, Facebook e Instragram, da soli, non bastano per evitare lo scontro, ma, anzi, per certi versi, rendono ancora più manifesta la difficoltà del momento, come la linea di mercurio su un termometro.

Chi si illude che basti questo per sconfiggere Salvini resterà deluso, anche perché il Pd e la sinistra in
generale, seppur in minima crescita, sui social gioca ancora due leghe più in basso, ma certo qualche
crepa comincia timidamente a intravedersi. Per la prima volta la Bestia è nuda.
 E francamente non è un bel vedere.
Di Lorenzo Tosa

Francesco Belsito, tesoriere della Lega condannato in appello per appropriazione indebita, che in Costa d’Avorio si sarebbe visto bloccare un carico di opere d’arte in quanto in una delle casse ci sarebbero stati milioni di euro in banconote da cento

LEGGI ANCHE

Francesco Belsito, tesoriere della Lega condannato in appello per appropriazione indebita, che in Costa d’Avorio si sarebbe visto bloccare un carico di opere d’arte in quanto in una delle casse ci sarebbero stati milioni di euro in banconote da cento...
https://cipiri20.blogspot.com/2020/02/lega-e-la-cassa-coi-soldi-in-africa.html
.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Suonare un Citofono

Suonare un Citofono è simile alla Notte dei Cristalli



Zagrebelsky su Salvini: "Suonare un citofono è molto simile
a quello che accadde in Germania nella tragica notte dei cristalli"

L'ex presidente della Corte Costituzionale a Torino al congresso della sardine

di MARIACHIARA GIACOSA

"Quel gesto, che fa un certo ribrezzo, che ha fatto un leader politico andando a suonare un citofono è molto simile a quello che accadde in Germania nella tragica notte dei cristalli, quando gente comune, e non un leader politico, era stata autorizzata e incitata ad andare nei luoghi dove vivevano e lavoravano gli ebrei per stanarli e metterli alla gogna.". Così il giurista Gustavo Zagrebelsky intervenendo all'incontro con le sardine torinesi.

Sottolineando, poi, che "Salvini non ci sarebbe se non ci fossero i salviniani", Zagrebelsky ha osservato : "la causa della crisi del nostro tempo non è Salvini, Salvini è il prodotto, il problema è che tanti nostri concittadini sono partecipi della visione del mondo che si riconosce in lui. Se non ci fosse Salvini ne emergerebbe un altro, magari peggiore".

"Per questo - ha concluso - sarebbe un errore concentrare tutte le nostre energie nel contestare Salvini, il nostro lavoro dovrebbe essere concentrato in una bonifica sociale partendo dal basso. Nessuna democrazia può esistere in una società malata".

Zagrebelsky aveva aperto il intervento all congresso delle sardine torinesi parlando proprio di "due recenti fatti di cronaca che fanno venire i brividi”. Il riferimento è “alle scritte antisemite comparse sulla porta di casa Rolfi a Mondovi e al citofono di Salvini. In Germania negli anni dell’affermazione nazista - ha detto Zagrebelsky- c’era la caccia al diverso che andava stanato. A tutto questo bisogna reagire e le sardine possono dare il proprio contributo se ciascuno di noi che si sente sardina assume questo impegno sul posto di lavoro, a scuola, tra gli amici, persino per strada. Quando si vede che qualcuno viene maltrattato perché ha pelle di un’altro colore - ha detto - mi colpisce che la gente sta a guardare e non reagisce. Tutti questi sono fattori di imbarbarimento sociale”.

LEGGI ANCHE

Aveva promesso di stravincere, invece ha perso, anzi, ha straperso. Ha perso la campagna sui bambini di Bibbiano, ha perso il citofono. E così la destra, scopre di avere un leader mediocre...
https://cipiri17.blogspot.com/2020/01/buonanotte-matteo-salvini-hai-straperso.html
.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Salvini a Processo

Pagliacciata del Salvini a Processo


Un povero cittadino, già di suo preoccupato di non perdere il lavoro o di vedere i figli che finalmente ne trovano uno decente (di “lavoretti” ne hanno pieni i cabbasisi),
avrebbe dovuto commuoversi per la telenovela Salvini?

Nonostante la grande collaborazione dei media – soprattutto di quelli che si dicono (dicono soltanto…) – anti-salviniani, pare proprio di no.

La sceneggiata è stata disgustosa dall’inizio (il blocco della nave Gregoretti della Marina Militare) fino alla fine (i
leghisti che escono dall’aula a momento del voto, dopo che “il Truce” aveva giurato che li avrebbe fatti votare a favore dell’autorizzazione a procedere).

Diciamolo subito chiaro: fanno schifo tutti.

Tutti infatti sapevano – o avevano ampia facoltà di sapere – che questo voto pro o contro il “mandare
Salvini a giudizio” era fuffa completa.

La richiesta di autorizzazione per l’autorizzazione a procedere contro un (ex) ministro per reati commessi nell’esercizio della sua funzione è infatti arrivata dalla
Procura di Catania, cui torneranno ora “gli atti”.

In teoria, secondo una sentenza della Corte Costituzionale, l’iter dovrebbe essere quello normale per
qualunque altro cittadino: «secondo le forme ordinarie, vale a dire per impulso del pubblico ministero e davanti agli ordinari organi giudicanti competenti».

Ma in pratica non è neanche chiaro quale ufficio del tribunale dovrà occuparsene. L’iter normale
prevederebbe infatti che a istruire il processo fosse lo stesso collegio che ha richiesto l’autorizzazione a procedere. Ma il procuratore capo Carmelo Zuccaro, secondo autorevoli cronisti ben introdotti nei
labirinti giudiziari, starebbe pensando
 di mandarlo invece davanti a un Gup (giudice dell’udienza preliminare).

In ogni caso, quello stesso procuratore aveva già espresso il suo parere sulla vicenda della nave
Gregoretti, richiedendo l’archiviazione dell’indagine perché non ci sarebbe stato alcun reato. Secondo quell’ufficio, infatti, il periodo di blocco in mare (quattro giorni) non sarebbe stato “congruo” per
giustificare il reato di sequestro di persona. E già qui ci sarebbe da ridere: se sequestriamo qualcuno
per 24 ore allora non c’è reato? Oppure non c’è solo se lo fa – lo ordina – un ministro?

Il procuratore Zuccaro, del resto, è anche quello diventato popolarissimo – a destra – per aver
sostenuto qualche tempo fa una tesi piuttosto hard: “A mio avviso alcune Ong potrebbero essere
finanziate dai trafficanti, e so di contatti, un giro di soldi, quello dell’immigrazione che parte dalla Libia che sta fruttando quanto quello della droga”.

Un procuratore non è però un opinionista, ha il potere di muovere la polizia giudiziaria per raccogliere prove di quel che dice. Ma non cercò o trovò nulla.

Al contrario, abbiamo saputo poi, era il governo italiano ad aver stretto accordi con il capo dei trafficanti, che guarda caso era ed è ancora il comandante della cosiddeta “guardia costiera libica” (lato Tripoli, cioè Al Serraj). Ossia con quel tal “Bija” ricercato dall’Onu ma che veniva accolto come un ospite gradito in sedi ministeriali e basi militari italiane in Italia.

A rigor di logica, insomma, la procura di Catania avrebbe dovuto aprire indagini contro i ministri che
avevano firmato quegli accordi con quella fazione libica: ossia prima Marco Minniti (Pd) e poi Matteo Salvini (Lega). Naturalmente non è stato fatto nulla.

A contestare al “Truce” il sequestro di persona per la nave Gregoretti – una nave militare italiana, non un “vascello nemico” – era stato infatti un altro magistrato, della procura di Caltanissetta, la cui indagine era poi stata assunta “per competenza territoriale” dalla sede di Catania.

Tutta questa ricostruzione serve a chiarire un fatto semplice e noto a tutti gli “addetti ai lavori”: Salvini non “rischia” niente da questa inchiesta. “L’accusatore” ha già chiesto il proscioglimento e in ogni caso aveva – incautamente, per un giudice – espresso
 le stesse convinzioni (infondate) del poi ministro dell’interno.

Però tutta la popolazione di questo disgraziato Paese è stata intrattenuta per mesi su una telenovela

priva di sostanza.P.s. Nonostante questo, “il Truce” ha pensato bene di non mantenere la sua stessa promessa. Invece di farli votare a favore dell’autorizzazione a procedere, ha spinto i suoi senatori a uscire dall’aula (non potevano neanche astenersi, perché al Senato, per regolamento, l’astensione vale come voto contrario; in questo caso all’”ordine del giorno Gasparri”
che consigliava di rigettare l’autorizzazione a procedere).

Questo è il rapporto di Salvini con le sue stesse promesse. Come dicono negli Usa: “acquistereste da
quest’uomo un’auto usata?”. E se non comprereste da lui neanche una vecchia auto, come potete
pensare di dargli un qualsiasi potere? Un tizio del genere può essere un “grandissimo pericolo”?

LEGGI ANCHE

I numeri che certificano il “crollo” della Bestia
Dopo l'avvento sulla scena politica delle Sardine, il leader della Lega ha perso le piazze .
Ma a seguito della sconfitta in Emilia Romagna, Salvini ha fatto un balzo indietro fino a
toccare un livello di coinvolgimento degli utenti mai così basso da anni...
https://cipiri17.blogspot.com/2020/02/salvini-in-caduta-libera-sui-social.html


.

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO

Salvini : Non Saprebbe Affrontare il Coronavirus


Matteo Salvini : Non Saprebbe Affrontare il Coronavirus


Matteo Salvini incassa l’attacco di Giuliano Ferrara, che su Il Foglio commenta molto duramente le posizioni e i toni del leghista in relazione all’emergenza coronavirus. L’ex ministro viene descritto come “un leader da quattro soldi che annaspa nello stagno dei propri errori e nello specchio dei propri marchiani difetti. Gestisce l’opposizione come una clava, da primitivo, con il nervosismo e l’immaturità di un bambino viziato e cattivo, disposto a tutto per stare in palcoscenico, e magari a trasformare la Bce o l’intera Europa in un nuovo mitico ‘porto chiuso’”.

L’editorialista de Il Foglio è convinto che, se fosse al governo, Salvini “sarebbe capace di isolare l’Italia in un padiglione speciale, in un lazzaretto di appestati. Quando cerca facile popolarità, spazio mediatico a buon prezzo, quando insegue la suggestione di una leadership ondeggiante, cafona, bugiarda, urlata, deformata dal nichilismo narcisista, tra gli annunci mortuari dell’Eco di Bergamo e la tragedia mondiale potenzialmente 'di proporzioni bibliche', e quando fa le sue flessioni muscolari in calzoncini e canotta, dopo aver invano aspettato di vedere se si potesse attribuire il virus ai negher, questo scampolo di razzismo e di frustrazione autoritaria all’italiana
è solo una tremenda vergogna, una sciagura nazionale”.

E ancora: “Non ha la minima credibilità per affrontare con persone normali questioni infinitamente più grandi e più dolorose di lui e delle sue mattane nevrotiche, è un soggetto pericoloso per le istituzioni - ha chiosato Ferrara - e l’averlo capito resterà, comunque la si pensi del Bisconte churchilliano e degli alacri costruttori del governo attuale, un merito indiscutibile. Avanti così. Meglio l’autocertificazione del bollo untuoso
 e scabroso di un piccolo caratterista del teatro della miseria politica”.



Matteo Salvini  E' Pericoloso per le Istituzioni


Matteo Salvini  E' Pericoloso per le Istituzioni


Matteo Salvini  E' Pericoloso per le Istituzioni

Matteo Salvini
E' Pericoloso per le Istituzioni

In questi giorni in cui è il Coronavirus a prendere il sopravvento, non mancano le polemiche di natura politica. E questa volta è il turno di Giuliano Ferrara a prendere la parola. Il noto giornalista si è scagliato senza mezzi termini contro Matteo Salvini. Il suo nuovo editoriale su Il Foglio è una critica aspra e senza peli sulla lingua nei confronti del leader della Lega. Giuliano Ferrara contesta ancora una volta la condotta populista dell’ex ministro dell’Interno, con una presunta mania di protagonismo che l’editorialista ha espresso nel suo articolo.

“Salvini è un leader da quattro soldi che annaspa nello stagno dei propri errori e nello specchio dei propri marchiani difetti – scrive Giuliano Ferrara in apertura del suo editoriale – . Gestisce l’opposizione come una clava, da primitivo, con il nervosismo e l’immaturità di un bambino viziato e cattivo, disposto a tutto per stare in palcoscenico, e magari a trasformare la Bce o l’intera Europa in un nuovo mitico ‘porto chiuso’“.

Giuliano Ferrara attacca ancora Salvini, questa volta per la sua condotta politica. Secondo il giornalista, emergono dei rigurgiti autoritari nel comportamento del leader leghista. “Se fosse al Governo, sarebbe capace di isolare l’Italia in un padiglione speciale, in un lazzaretto di appestati. Quando cerca facile popolarità, spazio mediatico a buon prezzo. Quando insegue la suggestione di una leadership ondeggiante, cafona, bugiarda, urlata, deformata dal nichilismo narcisista, tra gli annunci mortuari dell’Eco di Bergamo e la tragedia mondiale potenzialmente ‘di proporzioni bibliche’ Quando fa le sue flessioni muscolari in calzoncini e canotta, dopo aver invano aspettato di vedere se si potesse attribuire il virus ai negher, questo scampolo di razzismo e di frustrazione autoritaria all’italiana è solo una tremenda vergogna, una sciagura nazionale“.

E in tema di Coronavirus, Giuliano Ferrara sembra quasi contento che non ci sia Salvini a rappresentare il Governo nazionale. Anche perchè, come si legge nel suo editoriale, non sarebbe in grado di gestire una tale emergenza. “Non ha la minima credibilità per affrontare con persone normali questioni infinitamente più grandi e più dolorose di lui e delle sue mattane nevrotiche. È un soggetto pericoloso per le istituzioni e l’averlo capito resterà, comunque la si pensi del Bisconte churchilliano e degli alacri costruttori del governo attuale, un merito indiscutibile. Avanti così. Meglio l’autocertificazione del bollo untuoso
e scabroso di un piccolo caratterista del teatro della miseria politica“.

.
.
#Tornatene in  #Spiaggia sei #Inutile

  
IL TUO FUTURO è ADESSO 
entra in


IL TUO FUTURO è ADESSO entra in MUNDIMAGO